dall’8 ottobre al 4 novembre 2022
venerdì, sabato e domenica dalle 16 alle 20
presso Borgo delle Colonne 28 a Parma
Ingresso gratuito
INAUGURAZIONE 8 ottobre alle 20:30
Con la presenza dell’artista Silvia Camporesi
Con un contributo video di G. Lindo Ferretti
Dj set di GATE e Leonardo Ferretti
Bar di Santeria Milano
FINISSAGE 4 novembre dalle 18:30
Sabato 8 ottobre inauguriamo la prima mostra di fotografie dei 3 artisti vincitori del premio La Nuova Scelta Italiana, istituito da BDC – Bonanni Del Rio Catalog per individuare ogni anno tre fotografi affermati che ritiene possano essere o diventare gli eredi dei grandi Maestri della fotografia italiana. Il premio, che si avvale di una prestigiosa advisory board di esperti, è stato quest’anno assegnato a Silvia Camporesi, Luca Gilli e Francesco Jodice.
Bastione naturale, in prospettiva ariosa è un dialogo fotografico tra le immagini di Silvia Camporesi e le suggestioni musicali della Cronaca montana di Giovanni Lindo Ferretti. Un itinerario visivo che abbina fotografia e canzone, nel segno di una ricerca condivisa: quella del sacro naturale.
Silvia Camporesi
L’artista Silvia Camporesi (Forlì 1973) utilizza i linguaggi della fotografia e del video per rendere visibili racconti che nascono altrove. I suoi progetti, infatti, danno corpo al suo pensiero. Laureata in filosofia, curiosa di tutto, e con una vasta cultura interdisciplinare, Silvia Camporesi imbastisce il canovaccio della sua opera attraverso un’attività di ricerca meticolosa.
Il valore del suo accurato investigare si avverte dietro – e dentro – ogni sua immagine. Perché ogni scatto ha un senso ben preciso e appartiene a un progetto ben delineato. Prima l’idea, poi il pensiero, poi la ricerca, quindi la strutturazione della serie e infine i viaggi verso i luoghi che possono rappresentare al meglio il concetto sviluppato nei diversi stadi del processo creativo.
I lavori, forse apparentemente eclettici nel contenuto e nella forma, si reggono su un pilastro intellettuale ben solido, che Silvia Camporesi costruisce con disciplina, sensibilità e immaginazione. Le sue opere navigano perciò in campi diversi senza mai perdere la rotta. Nel 2013 Camporesi ha iniziato l’esteso progetto Atlas Italiae, concluso poi nel 2015, in cui le regioni italiane vengono scandagliate alla ricerca di paesi abbandonati ma ancora intrisi di memoria: “Non mi interessano le nude strutture ma qualcosa che, cristallizzato nel tempo, mi parli di quanto è stato in passato.” Mistero e meraviglia caratterizzano la serie Mirabilia, iniziata nel 2017 e ancora in corso. Attraverso lo studio approfondito di tutti i canali informativi, ufficiali e non, la Camporesi scopre – per lei stessa e per tutti noi – luoghi speciali, di grande fascino e intrigante peculiarità, come la biblioteca Malatestiana di Cesena o il Teatro Anatomico a Padova. Nel 2020 si completa Forzare il paesaggio, un’analisi di tre località italiane ‘ai confini della realtà’. L’isola delle Rose piattaforma nelle acque internazionali dell’Adriatico, autodichiaratasi Stato; lo specchio di Viganella che riflette la luce per i duecento abitanti di un borgo raggiunto dal sole appena 83 giorni all’anno; Fabbriche di Caraggine, la città sommersa dalle acque del lago artificiale di Vagli. Siti simbolici, con un forte potenziale suggestivo, che svelano l’arcano, sempre inseguito e sviscerato nelle fotografie di Silvia Camporesi. Sempre del 2020 è il lavoro Cose che non fanno rumore, una narrazione che attraversa il paesaggio silente nel tempo della pandemia. Una prospettiva soggettiva sulla vita di tutti i giorni alterata dall’assenza.
Lo sguardo dell’artista, oggi più che mai focalizzato sul paesaggio, si è posato nel corso della sua carriera su soggetti eterogenei – Indizi Terrestri (2006), La Terza Venezia (2011), Journey to Armenia (2014), Dimora Teatro (2020), Domestica (2020) tra gli altri – mantenendo però, anzi perciò, fede alla sua dichiarazione d’intenti: “Per me la fotografia è uno strumento per mettere sotto vuoto le idee.”