BDC 82
Premio La Nuova Scelta Italiana, edizione 2024
Venerdì 25 ottobre inauguriamo la prima mostra di uno dei due artisti vincitori del premio La Nuova Scelta Italiana – edizione 2024 – istituito per individuare ogni anno due fotografi affermati che BDC – Bonanni Del Rio Catalog ritiene siano gli eredi dei grandi Maestri della fotografia italiana. Il premio, che si avvale di un prestigioso advisory board di esperti, è stato quest’anno assegnato a Silvio Wolf e Paolo Pellegrin.
Silvio Wolf
Silvio Wolf vive e lavora a Milano e New York.
Ha studiato Filosofia e Psicologia in Italia e Fotografia e Arti visive a Londra. Utilizza il mezzo fotografico esprimendo una visione soggettiva e fortemente metaforica della realtà. Attraverso l’uso di fotografia, video, luce e suono realizza progetti multi-media e installazioni sonore che coinvolgono lo spazio architettonico, sociale e la specificità dei luoghi. Nei suoi progetti site-specific, così come in tutta l’opera fotografica, sono sempre centrali i problemi dell’assenza, dell’altrove e della soglia.
Ha esposto in gallerie, musei e spazi urbani in Belgio, Canada, Cina, Corea, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Lussemburgo, Spagna, Svizzera e Stati Uniti.
E’ docente di Fotografia presso la Scuola di Arti Visive dell’Istituto Europeo di Design a Milano e Visiting Professor alla School of Visual Arts a New York.
Essere e Divenire
Un Viaggio all’Origine dell’Immagine, della Vita.
Installazione site-specific di Silvio Wolf
che affronta i temi dell’esistenza individuale
e collettiva in uno spazio esperienziale e immersivo.
Composizione acustica e sound design: Tiziano Crotti
Vernissage
Live Audio Performance
del gruppo sperimentale elettro-acustico
Flambò
alle ore 21:00 e 22:30
Bar di Santeria Milano
Essere e Divenire
Installazione site-specific
di Silvio Wolf
L’opera consiste di 5 parti collegate tra loro dalla costante presenza di figure umane in forma di ombre, velate allusioni, presenze letterali, simboliche e oniriche che permeano lo spazio architettonico segnato dalla tradizione e dalle offese del tempo.
Nel susseguirsi e confondersi d’immagini fisse e in movimento visibili in luce riflessa o auto-illuminanti, della presenza di suoni, voci, silenzi e risonanze, il visitatore è invitato a porsi in una posizione meditativa e di ascolto. L’Uomo è posto al centro dell’opera sia come soggetto della rappresentazione, sia come soggetto presente a sé stesso, partecipe del divenire della propria esperienza individuale ed esistenziale.
Questo luogo di culto sconsacrato, divenuto prima garage e autofficina, poi spazio culturale polivalente, si trasforma in un nuovo tempio laico e partecipativo dell’esperienza umana. Mediante l’uso di supporti multipli, fisici o immateriali, sui quali le figure appaiono in tutta la loro potenza evocativa e ambiguità percettiva, le immagini si legano allo spazio architettonico fino a confondersi con esso all’interno di un unicum spazio-temporale.
Tutto ciò che appare e ci circonda nell’installazione è e non è, può essere e forse sarà attraverso l’esperienza della memoria, del sogno e dell’immaginazione, partecipe della nostra Condizione Umana nel fugace Passaggio della Vita.
Le 5 parti dell’opera sono:
Trasfigurazioni
Video-proiezione a un canale sul grande schermo della navata centrale.
Essa rappresenta il susseguirsi di volti umani trasfigurati, la cui fissità e mutamento danno vita ad una meta-identità individuale e collettiva, fino a confondersi ipnoticamente l’una nell’altra.
Ruota della Vita
Quattro grandi teli retro-illuminati sospesi nelle cappelle laterali dell’edificio.
Su di essi sono impresse le ombre di figure umane che interagiscono con una grande struttura industriale semi-circolare. Esse rappresentano il lavoro, la fatica e il rischio al quale non possono sottrarsi, esprimendo la condizione dell’individuo in uno stato di equilibrio precario di fronte alle sfide contingenti.
Coro
Un grande arazzo digitale avvolge l’architettura absidale, laddove in origine erano collocati gli scranni del coro. La maestosa presenza di quest’opera che domina la navata centrale dell’edificio riflette sui temi dell’assenza e dell’altrove nel presente e nel passato. Le sue ipnotiche geometrie combinatorie rimandano a ciò che non è più e forse non è stato, ma che prende forma attraverso l’illusione, la memoria e l’immaginazione.
Origine
Un lenzuolo retro-illuminato posato in rilievo sul pavimento della navata centrale, di fronte al coro, rivela l’impronta in controluce di due corpi nudi e distesi in una rapporto dinamico di compresenza. Queste figure d’ombra evocano sia la condizioni della possibile origine della vita, sia quella di un letto di morte. Atto generativo e compimento dell’esistenza materiale s’intrecciano e confondono come le parti di un unico destino.
Soglia
L’opera consiste in una retro video-proiezione collocata alla fine del ‘tunnel’, la zona più segreta dell’edificio, il cui ingresso è celato dalla doppia tenda nera che il visitatore si lascia alle spalle per accedere a questo luogo intimo e misterioso. Sullo schermo, da soffitto a pavimento, si succedono figure umane che transitano tra un ambiente buio ed uno luminoso. Così come per il pubblico, anch’essi sono divisi da una tenda nera, il cui attraversamento definisce l’identità e relatività dello spazio interno ed esterno. Le loro azioni, non dettate da alcuna ragione apparente, collegano e separano l’esperienza soggettiva della luce e del buio, dell’essere e del non essere, nel fluido divenire del percorso della vita.